Ruggero Mancini

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IL PNRR

2022-06-23 15:21

Ruggero Mancini

IL PNRR

La Situazione Socioeconomica - Gli Squilibri Macroeconomici - Le decisioni di Investimento e quelle di Finanziamento

 

 

 

 

 

 

Il Piano per la ripresa e la resilienza (PNRR) rappresenta una risposta completa ed equilibrata, aderente  alla situazione socioeconomica, funzionale a supportare lo sviluppo in modo appropriato, tenendo conto delle sfide specifiche alle quali, in questo caso l'Italia è interessata.

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni obiettivo, prevedendo un’ambiziosa agenda di riforme; le quattro principali riguardano:

•      pubblica amministrazione

•      giustizia

•      semplificazione

•      competitività

 

 

Il Piano è coerente con i sei pilastri del Next Generation EU riguardo alle quote d’investimento previste per i progetti green (37%) e digitali (20%).

Le risorse stanziate sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni/obiettivo:

•      Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi

•      Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi

•      Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi

•      Istruzione e ricerca - 30,88 miliardi

•      Inclusione e coesione - 19,81 miliardi

•      Salute - 15,63 miliardi

 

In aggiunta ai quali il Governo italiano ha approvato un Fondo complementare con risorse pari a 30,6 miliardi di euro per finanziare ulteriori interventi.

Complessivamente gli investimenti previsti dal PNRR e dal Fondo complementare sono pari a 222,1 miliardi di euro.

E' doveroso ricordare che il PNRR è debito! A costi (interessi) ridotti grazie alle emissioni garantite dall'UE, tuttavia è, e rimane un debito aggiuntivo, anche la quota concessa a fondo perduto   (circa il 20%), possiamo ritenerla comunque all'interno delle quote di contribuzione al bilancio UE.

Inoltre ricordo che negli ultimi 12 anni l'Italia si è finanziata a deficit per circa 40 miliardi l'anno, interventi di finanza spesso devoluti in spesa corrente oltre alla costante riduzione della quota per investimenti, i 200 mld aggiuntivi del PNRR riusciranno a cambiare il paese?

 

I rapporti sull’Italia presentati dalla Commissione Europea negli ultimi anni hanno incluso una disamina approfondita (in-depth review), classificando l’Italia come paese con squilibri macroeconomici eccessivi.

 

Gli stanziamenti sono tutt'altro che un premio, ne rappresentano un merito, ma un intervento necessario per ripristinare la base delle condizioni di equilibrio.

 

Nel corso degli ultimi anni, gli indicatori utilizzati nella Relazione sul Meccanismo di Allerta (Alert Mechanism Report - AMR) relativi all’Italia sono complessivamente migliorati lasciando solamente due parametri fuori linea: il rapporto tra debito pubblico e Pil e il tasso di disoccupazione.

 

A livello di squilibri macroeconomici, le analisi della Commissione sottolineano il basso ritmo di crescita dell’economia italiana negli ultimi due decenni, che viene principalmente attribuito all'andamento insoddisfacente della produttività totale dei fattori (TFP). Quest’ultimo dipende principalmente da cause di natura strutturale, che è necessario affrontare tramite un ampio spettro di riforme e politiche mirate.

 

Per quanto riguarda l’elevato debito pubblico in rapporto al Pil, oltre alle misure utili per il rafforzamento della crescita economica, coerentemente con le regole fiscali dell’UE, la Commissione ha tradizionalmente raccomandato di migliorare il saldo di bilancio strutturale (ovvero al netto degli effetti ciclici e delle misure di bilancio temporanee) fino a raggiungere l’Obiettivo di Medio Termine (OMT), attualmente definito come un surplus strutturale dello 0,5 per cento del Pil.

 

 In termini di performance macroeconomica, negli anni più recenti l’Italia ha continuato a registrare tassi di crescita del Pil inferiori alla media UE. Sempre nell’ultimo decennio, la bilancia commerciale e le partite correnti hanno registrato surplus significativi. Il surplus delle partite correnti nel 2020 è stato pari al 3,6 per cento del Pil.

 

Il pnrr è uno strumento utile per esercitare una spinta e superare le debolezze  che rallentano lo sviluppo, interrompere il ristagno della produttività, contrastare le tendenze demografiche e le conseguenze sul mercato del lavoro oltre alla riduzione del debito.

 

Il piano rappresenta un strategia articolata di modernizzazione del paese e coniuga le riforme e gli investimenti pubblici insieme a quelli privati.

 

L'innovazione del piano risiede nelle modalità di attuazione (all'interno delle quali sono insiti anche i maggiori dubbi e preoccupazioni riguardo una gestione "interessata" alle risorse), attraverso obiettivi specifici fino a livello locale, delineando gli interventi necessari a superare gli ostacoli normativi alla realizzazione, stabilisce obiettivi e scadenze, tecnicamente, monitorati attraverso un sistema capillare di controlli.

 

 

Ma... il PNRR non esaurisce il novero degli interventi necessari, ne l'impegno finanziario del paese nel proseguire il completamento dei piani, vi si aggiungono altre importanti riforme da attuare a partire dalla riforma della tassazione.

 

Il PNRR offre e si presta come lo strumento che rende possibile accelerare e colmare in tempi  non eccessivamente lunghi, parte dei ritardi accumulati nelle infrastrutture, materiali e immateriali, di potenziare il sistema della ricerca, migliorare quello dell'istruzione e di accrescere gli investimenti nelle nuove tecnologie, tutti elementi necessari, per favorire una accelerazione della produttività e il rafforzamento del potenziale di crescita dell'economia.

 

Il successo dipenderà in modo esclusivo dalla capacità delle riforme di cambiare profondamente il contesto in cui si svolge l'attività economica e fare i modo che la modalità innovativa possa diventare una prassi generalizzata  dell'intervento pubblico, motivo per il quale il PNRR rischia di trasformarsi nella nuova illusione.

 

 

Il PNRR semplificando al massimo è uno strumento che predispone ed orienta gli investimenti con piani di attuazioni mirati ad obiettivi specifici, tuttavia è bene ribadire che sono "soldi a debito".

 

Cerchiamo adesso di comprendere da dove nasce l'entusiasmo per il PNRR, che altro non è che debito, forse dalla possibilità di accedere a maggiori risorse? Forse per la quota a fondo perduto?

 

Qualsiasi intervento a sostegno come i sussidi, fondi agevolati , contributi a fondo perduto rappresentano sempre una quota parte del debito complessivo ed il valore dell'azienda non dipende tanto dal debito e dalla forma con la quale viene erogato quanto del risultato operativo generato in relazione al debito complessivo impiegato ed in modo completamente indipendente  dalla natura del debito.

 

La trattazione dell'argomento riguarda prevalentemente le imprese.

 

E' convinzione comune che il finanziamento, il denaro, sia un obiettivo, ovvero è opinione diffusa che se si disponesse di denaro in quantità illimitata (la disponibilità in effetti lo è ma la quantità è regolata dal tasso di interesse), sarebbe tutto possibile e molto più semplice,tutte le nostre idee potrebbero realizzarsi...nessuna convinzione è forse più sbagliata e pericolosa di questa.

 

Iniziamo con una affermazione: in economia quanto non è necessario è superfluo, l'economia si occupa della gestione delle risorse tra le quali il denaro, il pensiero secondo il quale, sia la disponibilità di una risorsa a rendere possibile e profittevole l'iniziativa imprenditoriale è purtroppo il problema principale delle iniziative imprenditoriali senza base economica di stampo individuale o personalistico.

 

Le aziende nascono per soddisfare esigenze, bisogni, sono dedicate alla domanda, e la realizzazione di qualsiasi oggetto di iniziativa imprenditoriale non può avere origine dal piacere o pensiero dell'imprenditore, deve essere pianificato e correttamente valutato, inoltre, per ogni quantità  impiegata di risorse, è atteso un ritorno quindi, per ogni unità di capitale o risorsa ci aspettiamo la conseguenza di un ritorno sul capitale.

 

E' nella corretta misura del capitale investito e dal suo rendimento che ogni euro deve assolvere ad uno specifico obiettivo e non altri.

 

Se volete preparare una torta avrete bisogno di 2 uova, 300 g di farina e 80 di burro ( non seguite la ricetta è inventata) e non di uova, burro e farina ma degli ingredienti e nella misura corretta, averne meno non consentirà di realizzare la torta, in egual misura,  impiegarne di più, contribuirebbe a realizzarne  una sbagliata o particolarmente costosa rispetto all'obiettivo..

 

La finanza in azienda è uno strumento subordinato all'iniziativa imprenditoriale, alla quantità e qualità dell'iniziativa.

Un rendimento del capitale investito inferiore al suo costo non crea o distrugge valore

 

Solo dopo aver pianificato il progetto e valutato l'impatto, oltre al rendimento atteso, potremo valutare l'opportunità di accedere al credito necessario e valutare le fonti di finanziamento, inoltre l'opportunità di un finanziamento non dipende dalla comparazione dei costi.

 

La disponibilità di una fonte di finanziamento non è un elemento di successo dell'iniziativa imprenditoriale, le aziende di maggiori dimensioni ben conoscono le dinamiche, ma gran parte del tessuto produttivo in Italia è composto da aziende di piccole e medie dimensioni, molte delle quali sottostimano le competenze necessarie per valutare l'opportunità di un finanziamento, confondendo per opportunità il minore interesse o il fondo perduto.

 

 

Se desiderate comprendere la vera opportunità di un finanziamento è opportuno iniziare a valutare se esistano le condizioni in azienda per vedere il debito come una opportunità,  valutando l'iniziativa, il progetto, conoscere la propria azienda a partire dagli equilibri economico, reddituale, patrimoniale, finanziario e temporale e finalmente comprendere se il debito rappresenti una risorsa o l'ennesima zavorra.

 

Separate le decisioni di investimento da quelle di finanziamento

 

Considerate il progetto, l'iniziativa o l'intera impresa come se fosse tutto finanziato con mezzi propri (equity), tutte le entrate e uscite di cassa verranno attribuite agli azionisti, consentendo  di concentrarvi sui soli flussi di cassa che derivano dal progetto e non sui flussi di cassa che derivano da schemi di finanziamento diversi,  in questo modo potrete separare le decisioni  di investimento da quelle di finanziamento.

 

Di conseguenza, se il  progetto è conveniente sarà possibile dedicarsi sulla migliore politica di finanziamento.

 

Grazie

RM

 

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